Dentro un piccolo laboratorio nel distretto portuale di Boston, seppellito da un mucchio di laser, lenti, specchi, e tanti fili annodati, vi è un piccolo chip che potrebbe avere un grosso impatto sul mondo dell’intelligenza artificiale.
Il laboratorio appartiene a Lightelligence, una startup che sta sviluppando un nuovo tipo di acceleratore hardware per IA.
Anziché usare elettroni per trasferire il nucleo delle computazioni matematiche necessarie al machine learning, il prototipo della compagnia usa luce.
In teoria, trasferire informazioni alla velocità della luce significa avere un dispositivo che faccia lavorare gli algoritmi IA ad una velocità centinaia di volte superiore ai migliori chip odierni. Dato che la potenza bruta fa la differenza nel campo del machine learning, questo significa avere algoritmi molto capabili e più potenti. In pratica, la velocità del chip ottico dipenderà solamente da quanto velocemente interagisce con componenti convenzionali, come la memoria di un computer. Lightelligence ha bisogno di scrivere algoritmi che possano tirare fuori il meglio di questo setup.
Il deep learning
Il deep learning, un approccio del machine-learning ispirato alle reti neurali del cervello, ha preso d’assalto l’industria tecnologica. Ha provato la sua potenza per cose come etichettare immagini e tradurre testi, e le compagnie stanno gareggiando per impiegare questo approccio in modi sempre più utili.
L’ascesa del deep learning ha già innescato un boom dell’attività commerciale attorno a nuovi progetti di chip ottimizzati per i calcoli matematici. Ora sembra che ispiri approcci fondamentalmente diversi al computing.
La luce offre vantaggi chiave per l’intelligenza artificiale, ha spiegato Yichen Shen, CEO di Lightelligence. I fotoni sono più veloci degli elettroni e il loro movimento attraverso i circuiti di un chip non li surriscalda. Ma anche il computing con la luce è molto impegnativo. I precedenti tentativi di costruire chip ottici per computer sono falliti perché è difficile emulare un transistor otticamente e perché la luce si comporta in modo meno prevedibile.
Diversi approcci
Dan Hutchinson, analista di VLSI Research, che tiene traccia di progetti di chip innovativi, afferma che l’interesse per i nuovi chip ottici sta crescendo grazie ai progressi nella progettazione e produzione di dispositivi utilizzati per il networking. Inoltre afferma che i chip ottici sono anche relativamente facili ed economici da realizzare, il che riduce la barriera all’ingresso per le startup. La Lightelligence dovrà comunque affrontare grandi sfide.
Zhangxi Tan, una veterana del settore dei chip e CEO di un’altra startup, la OURS Technology, afferma che anche se il chip funziona come promesso, potrebbe rivelarsi difficile da produrre su larga scala. Sarà una sfida mettere a punto e testare un design di chip completamente nuovo, specialmente quando non esistono strumenti di progettazione software validi per un dispositivo ottico di questo tipo. “La luce è molto elegante sulla carta, ma i circuiti elettronici circostanti – i driver laser, i circuiti dei ricevitori dei fotoni, i modulatori elettronici – sono molto brutti”, dice Tan.